LUCA BARBERINI CATODICA
a cura di Luca Ciancabilla e Daniele Torcellini
Il mondo visto dagli occhi di un ragazzino, attraverso uno schermo televisivo. No, non un solo schermo, ma venti, contemporaneamente, lungo una delle principali vie della città di Ravenna, via Diaz, ai piedi del palazzo che in quegli anni, fine ’80 e inizi ’90, è sede del gruppo Ferruzzi, realtà imprenditoriale, guidata da Raul Gardini, le cui vicende si sono intrecciate con uno dei momenti più complessi della storia sociale, politica ed economica dell’Italia. Il ragazzino di allora, oggi è Luca Barberini, un artista di base a Ravenna che si esprime con il mosaico, incarnando nel vetro e nei materiali lapidei la realtà che lo circonda, filtrata dai media di comunicazione di massa.
Nelle sue opere, goffe e animate figurette, tratteggiate con il minor numero possibile di tessere, popolano scene in cui si mescolano riferimenti artistici, fotografici, cinematografici, fumettistici, del web, di cronaca giornalistica e, per l’appunto, televisivi. Sì, perché quello che sappiamo del mondo passa in misura di gran lunga maggiore dai media, piuttosto che da esperienze che viviamo in prima persona, con il corpo e non solo con gli occhi e la mente.
Catodica è un progetto di arte pubblica in cui Luca presenta venti mosaici collocati nei vani di quegli schermi che connotavano così fortemente l’immaginario di una città che, nel fulgore del periodo, si mostrava tecnologicamente all’avanguardia, rapendo l’immaginazione di un bambino, trascinato dal fluire ininterrotto e sovrapposto di immagini e suoni. Se con la diffusione capillare della televisione e degli altri media, compreso oggi il web, siamo arrivati a giudicare la realtà in funzione della sua rappresentazione, Luca mette in scena un tempo indefinito in cui le notizie di allora e quelle attuali si mescolano, si ridefiniscono, si distorcono e assumono tratti grotteschi, fino a farci apparire surreale ciò è o è stato reale, o reale ciò che è il frutto dell’immaginazione onirica dell’artista.