L’iconoclasmo bizantino: una discussione

Due incontri nell’ambito del ciclo Immagini proibite. Iconoclastie fra antico e contemporaneo

  • Data: dal 21 novembre 2022 al 28 novembre 2022

  • Luogo: Sala conferenze, terzo piano, via degli Ariani 1, Ravenna e online su piattaforma Zoom

Lunedì 21 novembre 2022 - ore 15

Sala conferenze DBC

online: https://bit.ly/iconoclasmo1  passcode: 707887

Creazione e distruzione di immagini (e immaginari) nel Tardoantico cristiano.

― Luigi Canetti, Il Cristianesimo e il problema della rappresentazione: tra prassi religiosa e teologia politica.

― Maria Cristina Carile, Adorare e distruggere immagini: frammenti di iconodulia e iconoclastia nel tardo antico.

― Donatella Tronca, Performance deforme: iconoclastia della figura in movimento

Discussant: Gian Luca Tusini

 

Lunedì 28 novembre 2022 - ore 15

Sala conferenze DBC

online: https://bit.ly/iconoclasmo2  passcode: 506408

Politica, autorità e iconoclasmo: Bisanzio e il mondo attorno a sé.

― Salvatore Cosentino, Politica e iconoclasmo tra Bisanzio e l’Islam: una competizione di immagini e parole.

― Margherita Elena Pomero, Immagini del potere e iconoclastia: la testimonianza delle monete e dei sigilli.

― Raffaele Savigni, Immagini di Cristo e immagini della regalità nella cultura carolingia.

Discussant: Elisabetta Marchetti

 

L’iconoclasmo bizantino: una discussione

 

Uno storico ha definito l’iconoclasmo bizantino ― la proibizione del culto delle immagini sacre promulgata dagli imperatori nell’VIII e nella prima metà del IX secolo ― come un tentativo di riforma del cristianesimo (G. Dagron). Malgrado in diverse lingue europee l’aggettivo ‘iconoclasta’ implichi, nel suo significato estensivo, un’attitudine alla repressione fanatica delle opinioni o dei simboli altrui, l’iconoclasmo bizantino si tinse certo di momenti di violenza, ma non d’irrazionalità verso le immagini sacre. Al contrario, tanto per gli iconoduli, quanto per gli iconoclasti la liceità o illiceità della loro venerazione riposava da un lato su una diversa concezione del dogma dell’Incarnazione, dall’altro sull’idea che immagini ‘inanimate e mute, con colori materiali’ potessero cogliere l’essenza del sacro. L’iconoclasmo come movimento religioso si sviluppò all’indomani di una profonda trasformazione politica che aveva subito il bacino del Mediterraneo. Essa innescò nel corso dell’VIII secolo una competizione tra poteri (bizantino, musulmano, franco) che si ripercosse anche sulle rispettive immagini di autorità, mentre egemonie e valori sociali subivano un profondo cambiamento rispetto al mondo tardoromano. La presente proposta ambisce a discutere l’iconoclasmo bizantino in due tavole rotonde, distinte nei contenuti ma collegate da un filo rosso narrativo. Nella prima l’attenzione sarà posta sullo statuto cognitivo dell’immagine sacra, sulle sue pratiche di venerazione e di effrazione, nonché sul significato della sua forma (schēma) in senso cristiano. Nella seconda, il nucleo della discussione verterà invece sulle immagini come rivelatrici di ideologie politiche e strumenti di competizione tra poteri durante la cosiddetta età ‘iconoclastica’.