Presentazione del volume di Luca Ciancabilla, The Sight gallery. Salvaguardia e conservazione della pittura murale urbana contemporanea a Bologna, Bononia University Press, 2015.
Saluti del Prof. Luigi Tomassini, direttore del Dipartimento di Beni Culturali
Introduce il Prof. Fabio Roversi Monaco, Presidente Genus Bononiae, Musei nella Città
Ne discutono con l'autore il Prof. Roberto Balzani, Presidente del Sistema Museale Universitario dell'Alma Mater e il Prof. Gianluca Tusini, docente di Forme e funzioni dell'arte contemporanea
Ancora nella seconda metà del Settecento, come testimoniano diverse celebri pagine di Marcello Oretti, Bologna mostrava intere facciate di palazzi, case e chiese dipinte dal pennello di alcuni fra i maggiori protagonisti della Felsina pittrice. Opere talvolta straordinarie che, causa le ripetute distruzioni e demolizioni che le andavano ad interessare, alcuni illuminati intellettuali ed eruditi sentirono l’urgenza di conservare e tramandare ai posteri, magari sfruttando le possibilità che forniva la prassi estrattista (l’arte di rilevare le pitture dai muri e trasportarle sulla tela), onde non perdere per sempre quella porzione fondamentale del patrimonio artistico e culturale locale. Una questione che a distanza di tre secoli torna quanto mai attuale grazie ai cosiddetti “graffitisti”, ai contemporanei Cuoghi Corsello, Blu e Ericailcane, artisti capaci di portare nuovamente alla ribalta e a risultati straordinari la pittura murale a Bologna. Eppure, mentre sui muri di Londra, New York e Bristol le “tracce” lasciate da Banksy sono oggetto di tutela e attività restaurativa, se non conservativa; mentre in tutta Europa si parla sempre più diffusamente di conservazione, musealizzazione e restauro della street art, nel capoluogo emiliano i dipinti murali di Blu si cancellano, abbattono, distruggono in nome del progresso se non del presunto “decoro urbano”. Un ritorno alla barbarie del passato che le generazioni future ci rimprovereranno se non agiamo al più presto, se non poniamo all’attenzione dell’opinione pubblica un problema che forse potrebbe essere risolto guardando proprio al passato, avviando cioè una mirata campagna di distacco delle pitture murali urbane contemporanee in imminente pericolo di vita, anche a costo di rinnegare la loro natura effimera.